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Salumi Italiani: Quali sono i più conosciuti al mondo?

Salumi Italiani: Quali sono i più conosciuti al mondo?

Quante volte ci hanno detto che il salame fa venire i brufoli, il prosciutto fa male e la mortadella è fatta con gli scarti?
E da Leonardo da Vinci fino ai Beatles, in quanti hanno sognato un mondo più civile determinato da gusti alimentari meno violenti e più coscienziosi?

L'essere umano iniziò a cibarsi di carne agli albori della specie e questo comportamento è stato un fattore evolutivo molto importante per lo sviluppo di alcune facoltà cerebrali.

La necessità di conservare nel tempo le carni quando non c'erano i frigoriferi, ha fatto si che si sviluppassero delle tecniche come la salagione, l'essiccatura e la stagionatura che tramandate hanno dato origine alla tradizione dei salumi e più in generale degli insaccati.

I salumi italiani spiccano sui mercati internazionali per essere di alta qualità e nel mercato mondiale il nostro paese ha una quota di esportazioni pari al 7,7%. Anche in Italia la maggior parte della popolazione - addirittura il 59% tra gli uomini ed il 61% tra le donne - ammette di consumare prosciutti e salami più volte alla settimana, mediamente 10,7 chilogrammi a testa l'anno.

La tradizione votata all’allevamento del bestiame, soprattutto dei suini, ha fatto si che da Nord a Sud ogni regione abbia creato una varietà di prodotti che ha permesso di sfruttare e valorizzare le risorse tipiche di ogni zona.

Del maiale non si butta niente, tutto si trasforma in raffinatissimi prodotti come il Jambon de Bosses DOP, un prosciutto crudo della Valle d'Aosta prodotto con le cosce di suino aromatizzate con erbe di montagna; come lo speck del Trentino Alto Adige caratterizzato dall’affumicatura e dalla stagionatura all’aria aperta; come il Prosciutto crudo di San Daniele del Friuli (provincia di Udine), dal colore rosa, dalla carne tenera e delicata al palato; come la morbida Soppressa Vicentina DOP, ottenuta dalla lavorazione di varie parti del maiale insaccate e stagionate; come il Salame di Varzi, dell’Oltrepò pavese tra le colline della Valle Staffora dall’impasto morbido e compatto che comprende tutte le parti nobili del maiale; come la Mortandela, tipica della Val di Non, a forma di polpetta, leggermente affumicata fatta con spalla, pancetta e coscia di maiale e tanti altri prodotti che arricchiscono i taglieri delle tavole italiane.

 

E se ai nostri tempi moderni si dibatte animatamente sulla possibilità di aggiungere alla lunga lista dei salumi artistici italiani anche il salame vegano, forse è il caso di dare merito e valore al sacrificio di tanti suini ed affermare con forza che il salame è fatto di carne e che l'insaccato di tofu dovrà avere un altro nome altrettanto importante.

Note sull'autore

Ginevra Schiavon

Esperta di e-commerce e copywriter, Ginevra Schiavon è content manager per il blog di commercioVirtuoso.it.

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